Gli alieni sono reali? C’è vita su altri pianeti?

Nel 2040, gli americani prevedono di votare in un’elezione presidenziale negli Stati Uniti. Il Giappone promette di smettere di usare l’energia nucleare. Il principe George della Gran Bretagna compirà la matura età di 27 anni. E, come dimostra l’interattivo qui sopra, è probabile che il mondo trovi la vita aliena. Potrebbe accadere anche prima, a seconda di quante civiltà ci sono là fuori da trovare. Per capire il perché di tutto questo, aiuta conoscere qualcuno di nome Frank Drake.

Drake è l’uomo meno solo della Terra, se non dell’intera galassia. La maggior parte di noi si riserva di giudicare se c’è vita intelligente su altri pianeti; non abbiamo ancora trovato nemmeno i batteri, tanto meno una razza di alieni con servizio Internet e cibo da asporto. Ma Drake, un astrofisico e presidente emerito dell’Istituto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) con sede in California, non ha tali dubbi.

Fu nel 1961, quando lavorava al National Radio Astronomy Observatory a Green Bank, W. Va., che Drake sviluppò l’omonima e ormai famosa Equazione Drake, che calcola quante civiltà avanzate e rilevabili ci dovrebbero essere nella Via Lattea in un anno. Il numero risulta essere potenzialmente enorme, e anche se si basa su una serie di supposizioni Terra-centriche – il collasso di una qualsiasi delle quali mette in discussione gran parte dell’equazione – tutte queste supposizioni sono basate su una scienza sempre più solida.

Comincia con il numero di stelle nella nostra galassia, che è prudentemente stimato in 100 miliardi, anche se è spesso citato come tre volte tanto. Di questi 100 miliardi, dal 20% al 50% probabilmente ospitano sistemi planetari – una stima che diventa sempre più affidabile man mano che il telescopio spaziale Kepler e vari osservatori a terra rilevano un numero crescente di esopianeti.

Non tutti questi esopianeti sarebbero in grado di sostenere la vita simile alla Terra, quindi l’equazione presuppone che da 1 a 5 in ogni sistema potrebbero. Di questi mondi bio-compatibili, dallo 0% al 100% potrebbero effettivamente sviluppare la vita. E di questi mondi, a loro volta, dallo 0% al 100% svilupperebbero forme di vita che noi considereremmo intelligenti.

La semplice esistenza di forme di vita intelligenti non ci dice nulla, tuttavia, a meno che non abbiano la capacità di farsi conoscere, il che significa manipolare le onde radio e altre forme di segnalazione elettromagnetica. Drake stima che dal 10% al 20% delle civiltà intelligenti avrebbe superato questo limite.

Infine, e forse in modo più antropocentrico, l’equazione considera per quanto tempo una qualsiasi di quelle civiltà semiaforiche sarebbe in giro per lampeggiare i loro segnali verso di noi. Un sole come il nostro sopravvive per circa 10 miliardi di anni; la vita sulla Terra esiste solo da circa 3,5 miliardi di anni, e gli esseri umani sono radio-capaci da appena un secolo.

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