IL DOSSIER ZANFRETTAdi Roberto Balbi
Pier Fortunato Zanfretta è nato a Novate Milanese (MI), il 28 Dicembre 1952, tredicesimo ed ultimo figlio di Orazio e Margherita che ebbero, prima di Pier Fortunato, sei coppie di gemelli. A otto anni Piero si trasferì a Genova dove vive tuttora. Dopo le scuole dell’obbligo Zanfretta incominciò a lavorare e ad imparare molti mestieri. Nel 1977 divenne guardia giurata presso una ditta privata di guardianaggio a Genova. La sua storia con gli UFO inizia il 16 Febbraio I977, quando vede zizzagare nel cielo notturno un oggetto arancio a forma di sigaro con tre finestrini quadrati e due sfere luminose sul la coda. Quando l’oggetto si ferma per un attimo, ne esce un raggio luminoso che colpisce Zanfretta. E’ proprio in questo momento che Zanfretta vede vicino a sè una persona con la testa ovale e le mani in tasca che gli chiese “L’hai visto?” e noi sparisce. Questo fatto non ha nessun effetto sulla mente semplice di Zanfretta. Ciò si saputo solo a seguito di una delle tante regressioni ipnotiche a cui Zanfretta fu sottoposto dal 1978 al I980. Il 6-7 Dicembre 1978 Zanfretta ha la sua prima importante avventura con gli UFO: un incontro ravvicinato del terzo e quarto tipo in un piccolo paese dell’entroterra genovese: Marzano. A mezzanotte del 6 Dicembre Zanfretta stava svolgendo il suo lavoro di guardia giurata controllando alcune ville, quando si accorse che quattro piccole luci si stavano muovendo nel giardino dell’ ultima villa che stava controllando. Zanfretta tentò di chiamare il centro radio di Genova con la radio che aveva in macchina, ma non ci riuscì perchè sembrava che nulla funzionasse in macchina in quel momento. Così decise di affrontare i ladri (così aveva interpretato le luci) e con circospezione entrò in giardino con la torcia nella mano sinistra e la mano destra posata sulla fondina della pistola. Avanzò silenziosamente e lentamente fino all’angolo della villa, dove aveva visto sparire le luci e si fermò per cercare di sorprendere i ladri da dietro. In quel momento fu spinto violentemente da dietro. Si voltò di scatto, alzò la torcia e … un mostruoso corpo verdastro stava davanti a lui; alzò la torcia e vide ad un’altezza di tre metri una testa … (Durante l’ipnosi del 23 Dicembre 1978 cosi egli descrive gli esseri: sono verdi, hanno occhi gialli, pelle rugosa da vecchi, vene rosse sulla testa, qualcosa di metallico sulla bocca, una sorta di reticolo, dita con qualcosa come ventose tonde sulla punta).
Il mio incontro con i Dargos
La torcia cadde a terra e Zanfretta svenne per la paura. Quando rinvenne, raggiunse la macchina e gridò via radio “Non sono uomini, non sono uomini!”. Quando Zanfretta fu trovato alle 01.30 dai suoi colleghi che lo cercavano, il suo corpo era molto caldo nonostante il freddo di quella notte. Zanfretta tentò di raccontare ciò che era accaduto a Marzano, ma non sapeva nulla e non si ricordava nulla di ciò che era successo dalle 00.16 alle 01.06 di quella notte. Fu solo dopo varie ipnosi che fu possibile sapere qualcosa sui suoi incontri. Un secondo importante incontro avvenne tra il 27 e 28 Dicembre 1978 sempre neIl’entroterra di Genova, nella stessa valle, ma di fronte a Marzano, cioè a Rossi. Zanfretta transitava in macchina sempre nei pressi del luogo dove era avvenuto il primo incontro per il suo solito lavoro di guardianaggio, quando alle 23.46 una fitta “nebbia” avvolse la sua macchina. Zanfretta cercò di frenare, ma si accorse che era impossibile controllare l’auto. Così comunicò via radio alla Centrale di aver noie con la macchina. L’auto incominciò a correre senza l’intervento di Zanfretta. Era molto spaventato, e dopo una corsa di alcuni minuti l’auto si fermò bruscamente e Zanfretta battè il capo contro il parabrezza. Una forza sconosciuta lo costrinse a scendere dall’auto e le sole parole che il Centro Radio potè udire furono “Devo andare …”. Erano le ore 23.50. Controllando l’ora in cui Zanfretta trasmise l’ultimo messaggio radio, ore 23.46/23.50, risultò che per percorrere 5 km. di una strada in salita, stretta e piena di curve Zanfretta aveva impiegato 4 minuti in una notte umida e nebbiosa. Normalmente durante il giorno con tempo bello, questa distanza si percorre in almeno 10 minuti. Zanfretta fu rintracciato dopo l’01.30 dai colleghi che avevano udito le sue ultime parole via radio. Quando lo raggiunsero, videro Zanfretta che cercava di scappare arrampicandosi sulla collina, spaventato dai fari delle automobili. Stava piovendo, ma i vestiti di Zanfretta erano quasi asciutti, forse a causa del calore che emanava il suo corpo; anche il tetto della macchina, dalla parte del guidatore era caldo e quasi asciutto. Nessuna anomalia magnetica fu trovata sulla macchina anche durante successive analisi.
Quando gli alieni vennero come Dargos
Il giorno successivo a questo avvenimento furono rinvenute due grandi orme di piede proprio nel posto dell’incontro (misuravano cm. 52 di lunghezza e cm. 20 di larghezza e cm.5 di profondità); tra un’impronta e l’altra c’era m.1.80; facendo una comparazione con la misura dell’uomo che aveva un piede di tale misura, questi avrebbe dovuto essere alto m.3.50. Questo incontro impressionò molto i mass-media e Zanfretta fu sottoposto ad ipnosi regressiva e la seduta fu trasmessa da una TV di Genova il 12 Gennaio I979 (TVS). Durante questa seduta di ipnosi si venne a sapere che durante il primo incontro dei 6-7 Dicembre 1978 Zanfretta fu portato all’interno di un oggetto luminoso a forma di triangolo dove in una stanza molto calda e piena dì luce fu visitato ed analizzato con molta cura dagli occupanti e che gli furono fatte molte domande. La conversazione fu possibile attraverso un casco che era stato posto sul capo di Zanfretta. Questi esseri “parlarono” con Zanfretta attraverso impulsi emanati da quella griglia metallica che avevano alla bocca. Un oggetto freddo fu agosto sul suo petto ed essi esaminarono attentamente i suoi occhi. Ma questa non fu l’ultima avventura di Zanfretta. Infatti avvennero altri incontri il 15 Febbraio I979 (IR-3,forse IR-44?), il 30 Marzo I979, il 5 Maggio I979. Durante un altro incontro avvenuto il 31 Luglio 1979 Zanfretta ed il suo scooter furono sollevati da un raggio verde e trasportati dentro ad una nuvola scura fino al Monte Fasce sempre vicino a Genova ad un’altezza di circa 800 metri. L’allarme per la sparizione di Zanfretta fu data immediatamente e la polizia organizzò posti di blocco, ma nessuno vide passare Zanfretta. Anche per questo incontro i dettagli del rapimento si sono venuti a sapere attraverso ipnosi regressiva. Il 2 Dicembre I979, mentre Zanfretta si trovava in Genova Centro (Corso Europa) a far benzina, vide una persona con la testa ovale, una giacca a quadri e mani in tasca che gli ordinava di entrare con la macchina dentro ad una fitta nebbia che si stava formando in quel momento intorno alla pompa di benzina (è importante sottolineare che un black-out elettrico si verificò nella zona al momento dell’avvenimento). Zanfretta obbedì subito. Si trovò dentro ad un’astronave nascosta nella nuvola, circondato dagli esseri che già conosceva. Anche questa volta Zanfretta fu ritrovato sui monti dietro Genova, quasi nello stesso posto del suo primo incontro del quarto tipo a Marzano, ma a due km. da questo paese, Fallarosa.
La sfera dei Dargos
Il giorno dopo questo incontro Zanfretta fu sottoposto a regressione ipnotica; rivelò ancora altri importanti dettagli su questa nuova avventura. Disse di essere stato portato in alto nel cielo e di aver visto la terra grande come una pallina da tennis. Durante questo ‘viaggio’ Zanfretta potè osservare molte cose sulla nave e gli occupanti gli mostrarono una serie di diapositive e foto di suoi amici, anche di ufologi a lui noti, di suoi colleghi e di altre persone che lui non conosceva assolutamente. Gli mostrarono anche un grosso cilindro di vetro pieno di un liquido blu contenente strane creature come uomini pelosi simili ad esseri preistorici o bigfoot, orrendi uccelli preistorici (pterodattili) ed un essere simile ad un rospo che, come Zanfretta disse, era un abitante di un altro pianeta. In questa occasione, gli esseri verdi chiamati DARGOS, volevano dare a Zanfretta una prova della loro reale esistenza, consistente in una sfera trasparente contenente una piramide dorata rotante, ma egli la rifiutò. Sembra però che Zanfretta abbia accettato la sfera durante un altro incontro e che l’abbia nascosta sui monti in un posto che ha dimenticato. (Quanto sopra è emerso dalle ipnosi fatte all’epoca degli incontri, ma ora sappiamo che la sfera si trova in un posto conosciuto solo da Zanfretta, presso il quale egli si reca abbastanza spesso). Altri due incontri ebbero luogo il 15 Febbraio 1980 ed il 28 Agosto 1980 dopo i quali il fenomeno ufficialmente cessò. Noi pensiamo che altre cose accaddero a Zanfretta, ma la sua mente ora rifiuta qualsiasi tipo di ipnosi, probabilmente ciò è dovuto alla quantità di sedute a cui si è sottoposto, anche con iniezioni di Penthotal o anche a causa di un ordine superiore … Crica i fatti emergenti dall’ipnosi, prima di ogni incontro Zanfretta, dovunque si trovi, sente come un fischio seguito da un forte mal di testa ed una forza lo costringe a correre sul posto dove avverrà l’incontro.
L’uomo dalla testa ad uovo, con le mani in tasca che Zanfretta ha incontrato molte volte anche in città, sembra essere l’agente catalizzatore del fenomeno. E’ simile ad un essere umano.
L’astronave ha forma triangolare, non molto grande esternamente, ma all’interno sembra una città piena di umanoidi e delle loro macchine
Gli occupanti, i DARGOS, vengono da un pianeta chiamato TITANIA, grande quattro volte la Terra e che sta morendo, per cui i DARGOS sono alla ricerca di un nuovo pianeta su cui andare a vivere,
Se essi troveranno un pianeta adatto a loro, spariranno dai nostri cieli. Sembra che questi esseri abbiano unità di tempo e di spazio diverse dalle nostre.
Zanfretta è stato esaminato e visitato più di una volta da specialisti ed è stato trovato perfetto sia psichicamente che fisicamente e ciò è stato documentato. Prima, durante e dopo i fatti sopra riportati Zanfretta non si à mai interessato di UFO, fantascienza e argomenti di questo genere.
Roberto Balbi